di A. Leogrande, Fandango Libri, 2012, pgg. 157, € 10,00
La vera storia di Yvan Sagnet,
camerunense arrivato in Italia nel 2007 con in testa un sogno che aveva fin da
bambino, veder giocare la sua Juventus, e che lo spinge ad iscriversi tra le
varie sedi possibili, proprio al Politecnico di Torino a due passi dallo stadio
Olimpico.
Ma abituarsi al freddo inverno torinese non è facile. E nemmeno mantenersi agli studi. Tra tante difficoltà arriva finalmente l’estate, e quando un suo amico gli propone di scendere giù in Puglia, a Nardò, per lavorare come bracciante stagionale nella raccolta dei pomodori, Yvan non ci pensa due volte. Un viaggio interminabile lungo 12 ore di treno, per arrivare a Lecce, un cambio fino a Nardò e da lì al centro di accoglienza per i lavoratori stagionali di Boncuri. Ma questa è l’Italia o siamo già in Africa? Yvan si ritrova di fronte un vero e proprio ghetto, un villaggio fatto di lamiere e di cartone. Caldo torrido, condizioni igieniche inesistenti. Lavoro ininterrotto sotto il sole torrido, paga inadeguata, sfruttamento e perdita della dignità. Il caporalato a Boncuri è ormai istituzionalizzato. Ma questo è troppo, così Yvan nell’estate del 2011 si ritrova a capo del primo sciopero dei braccianti agricoli stranieri del sud Italia, in una lotta contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori stranieri.
Ma abituarsi al freddo inverno torinese non è facile. E nemmeno mantenersi agli studi. Tra tante difficoltà arriva finalmente l’estate, e quando un suo amico gli propone di scendere giù in Puglia, a Nardò, per lavorare come bracciante stagionale nella raccolta dei pomodori, Yvan non ci pensa due volte. Un viaggio interminabile lungo 12 ore di treno, per arrivare a Lecce, un cambio fino a Nardò e da lì al centro di accoglienza per i lavoratori stagionali di Boncuri. Ma questa è l’Italia o siamo già in Africa? Yvan si ritrova di fronte un vero e proprio ghetto, un villaggio fatto di lamiere e di cartone. Caldo torrido, condizioni igieniche inesistenti. Lavoro ininterrotto sotto il sole torrido, paga inadeguata, sfruttamento e perdita della dignità. Il caporalato a Boncuri è ormai istituzionalizzato. Ma questo è troppo, così Yvan nell’estate del 2011 si ritrova a capo del primo sciopero dei braccianti agricoli stranieri del sud Italia, in una lotta contro il caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori stranieri.
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