giovedì 1 dicembre 2011

Il libro del mese di dicembre/11

Anatomia della fame
Vittorio Rinaldi, Altreconomia edizioni (2010), pgg. 195, € 6,00
Anatomia della fame è un viaggio attraverso l’universo della fame, un’analisi minuziosa di tutte le cause socio-economiche, politiche e culturali di questa profonda piaga.
Noi viviamo nell’epoca post industriale, in quella che viene definita la società dello spreco, la cui preoccupazione maggiore è ridurre la propria impronta ecologica. Ma chi vive nelle civiltà agricole, che traggono sostentamento dalla terra, dai campi e dai greggi, ha altre preoccupazioni riguardanti il raccolto infruttuoso, la perdita dei greggi e la loro possibilità di sopravvivere di fronte a un’eventuale carestia.
La parola fame è per sua natura doppia, perché indica sia un patimento corporeo che una ferita profonda dell’anima di chi lo subisce o lo vede subire, come tutte quelle mamme del Nord est del Brasile, abituate a veder morire i loro figli in età precoce a causa della malnutrizione. La cultura della fame crea i morti senza lacrime, indurendo i cuori delle madri e le loro relazioni affettive, portandole a considerare la morte dei figli come un qualcosa di inevitabile, come se i piccoli avessero un inadeguatezza alla vita.
De Castro affermava <<l’emergenza più grave che il mondo ha di fronte è quella “emergenza” silenziosa delle infezioni e delle malnutrizioni che non viene mai pubblicizzata. Nessuna emergenza conclamata, nessuna carestia o inondazione ha mai ucciso 280.000 bambini alla settimana>>
Fà riflettere.
Label questioni di etichetta
M. Donati, A. Nocilla, Altreconomia Edizioni, 2011, pgg.94, € 7,00
Perché siamo così tanto condizionati dai marchi e dalle grandi catene di distribuzione? Tecniche di marketing, brand sense, visual merchandise ed altre trovatei simili, tutto per attirare la nostra attenzioni su prodotti scadenti ed inutili che in condizioni normali non compreremmo mai. E se “siamo quello che compriamo” allora in questo grande teatrino che è la pubblicità, che ruolo abbiamo noi, i consumatori diretti, coloro che materialmente utilizzeranno ciò che acquistano? Praticamente nessuno, siamo burattini che vengono indirizzati sul cosa, dove e come comprare. E se è stato eletto prodotto dell’anno 2009 un mini-sandwich con pane finto e salame ancora peggio, dovremmo davvero iniziare a preoccuparci.
Ed ecco alcuni degli ingredienti che possiamo trovare in un comunissimo sorbetto al limone, venduto al supermercato: acido ascorbico, gomma di guar, emulsionanti E471, E472b, 473. Ma cosa stiamo mangiando?
Per fortuna la storia ha un lieto fine si perchè possiamo svegliarci da tutti i falsi inganni che ci abbagliano ed optare per delle scelte consapevoli. Ed ecco che fanno capolino i Gas-Gruppi d’acquisto solidali, le botteghe del commercio equo e solidale, i mercati contadini. Si perché se alla fine conta solo quello che mangi il resto diventa soltanto una questione di etichetta.
<<Libri come questo sono come il bacio del principe sulla bocca della bella addormentata nel bosco>> (F. Gesualdi, fondatore del Centro nuovo modello di sviluppo di Vecchiano, Pisa)

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